| 25 Calistril 4711
Siamo partiti di buon mattino e stiamo viaggiando in carrozza per spostarci verso le zone di confine per ripulire l'area dai banditi, richiesta che arriva direttamente dal re. Non ci conosciamo. Siamo in sei e ci stiamo dirigendo all'AVAMPOSTO DI OLEG. Ognuno di noi ha un documento reale che rende noto che il possessore ha il permesso di viaggio ed esplorazione allo scopo di debellare il banditismo. Pena per i banditi la corda. Mi presento come VALNYRA DI PORTO GHIACCIO; un uomo si presenta come EMMANUEL DREDD e sembra un tipo sicuro di sé. Avrà vent'anni ed è accompagnato da un segugio al quale si rivolge come LADY OLANNA, un cacciatore; una ragazzina di circa quindici anni dall'aria un po' svampita con la pelle chiarissima e i capelli bianchi accompagnata da una donnola e che parla da sola mentre si tira continuamente su dei lunghi guanti troppo grandi, non si é presentata. Ragazzina curiosa, un po' strana; un nobile cavaliere della casata Orlowski si è presentato come KELDON ORLOWSKY, probabilmente apparterrà ad un ramo cadetto; un mezzelfo con gli abiti da viaggiatore guarda sconsolato la ragazzina, ma neanche lui si presenta; c'è un sesto uomo nella carrozza che era già all'interno quando sono salita con gli altri e al quale non è stato consegnato il documento reale...almeno non insieme a noi. Sembra dormire anche se ha la balestra incoccata verso l'esterno. Dietro richiesta, il mezzelfo ha detto di chiamarsi JIZAR e la ragazzina YAN-HESSRA. Il mezzelfo, evidentemente infastidito dal fatto che l'uomo abbia l'arma incoccata, lo tocca sul braccio e l'altro non reagisce troppo bene e poi ci spiega che lui fa la nostra stessa strada ma non segue la nostra missione.
Poche ore prima prima di giungere all'avamposto, ci troviamo nel bel mezzo mezzo di una tempesta di pioggia e neve.
Abbiamo proseguito finché un fulmine ha fatto cadere un albero in mezzo sulla strada. Siamo scesi nella tempesta e, tutti insieme, siamo riusciti a spostarlo. Finalmente, quando ormai era già buio, siamo arrivati alla locanda di OLEG e SVETLANA. Mentre mangiavamo il delizioso stufato di Svetlana, abbiamo appreso dalla coppia che la locanda ormai da mesi è sotto la minaccia di violenti BANDITI e ci siamo quindi offerti di aiutarli in cambio dello stufato. Sembra che domani mattina prima dell'alba verranno a riscuotere la loro mensilità e noi saremo qui ad aspettarli! Non li conosco ancora ma c'è del buono in questi avventurieri e ognuno di loro ha delle capacità che credo ci saranno molto utili. Se rimarremo uniti, potremo riuscire a fare del bene in questi luoghi lontani dalla civiltà e privi di ogni protezione.
Dopo cena siamo andati nel cortile per decidere la strategia migliore. Mentre stavamo parlando, mi sono accorta del gobbo aiutante di Oleg e Svetlana che stava spalando fango e sterco. C'era qualcosa che non mi convinceva in lui, ma al tempo stesso mi sembrava che avesse una qualche forma di ritardo. Non credevo che fosse un problema per noi, ma per stare tranquilli, ho chiesto a Keldon ed Emmanuel di allontanarci un po' in modo che non ci sentisse. Proprio in quel momento Jizar si diresse a grandi passi verso di lui e lo accusò, urlando, di essere uno dei banditi o comunque in combutta con loro. Il gobbo apparve stupito e spaventato e iniziò a gridare: "Banditi! No, banditi no! Miei soldatini!". Il mezzelfo non contento, continuò ad urlargli contro e questi, dalla stazza notevole, gli assestò un bel pugno. Iniziarono a lottare nel fango e mentre cercavo di dividerli, Emmanuel e Keldon con tono imperioso riuscirono a fermarli. Dopo aver spiegato l'accaduto ad Oleg, ci siamo ritirati nei nostri alloggi e Yan-Hessra ed io siamo riuscite a trovare qualche minuto per noi stesse e sono stata felice che abbia voluto farmi alcune confidenze.
26 Calistril 4711
Non era ancora l'alba ma eravamo già tutti svegli...in attesa...
Ognuno si preparava al meglio a seconda delle proprie abitudini ed io mi sono attardata un po' per dedicarmi a Sarenrae per poi scendere con gli altri. L'ospitalità di Svetlana era sempre deliziosa, anche a colazione, mentre Oleg non riusciva a nascondere un certo nervosismo.
Ognuno si mise in posizione e attese.
"Ehi! Oleg! Brutto sacco di merda! Cosa aspetti ad aprire questa maledetta porta?" Oleg, come al solito, aprì la grande porta e tre dei cinque banditi entrarono. Quello che sembrava essere il capo, APS BIDON, restò sul cancello in attesa del denaro, mentre due tizi, uno alto ed uno tarchiato, andarono verso la locanda rivolgendo a Svetlana attenzioni molto poco galanti. Emmanuel fece scoccare una freccia verso il capo, ferendolo: il segnale che stavamo aspettando con ansia! Io corsi in suo aiuto e con un affondo ed una nuova freccia del cacciatore, questi cadde a terra esanime. Keldon e Jizar attaccarono i due tizi poco rispettosi e, mentre quello alto si accasciava a terra, Yan con le sue arti magiche, addormentò l'altro e corse verso di noi. Dal cancello un quarto bandito entrò nel cortile che Yan prontamente addormentò. in quel momento il bandito tarchiato si risvegliò ed iniziò a scappare dal lato opposto della corte, ma il gobbo gli tagliò la strada e con un colpo poderoso lo uccise rompendogli l'osso del collo. Prendemmo l'ultimo rimasto come prigioniero. Lo interrogammo ma si dimostrò assolutamente ostile e solo grazie alla magia siamo riusciti ad ottenere alcune preziose informazioni sul loro campo più vicino. Purtroppo non mostrò alcun segno di rimorso o pentimento... Keldon eseguì la condanna passandolo a fil di spada. Tutto questo mi ha lasciato un po' scossa perché speravo di poter evitare la sua morte...se solo avesse mostrato di essere pentito... Anche se a malincuore, abbiamo fatto quello che dovevamo.
28 Calistril 4711
Le pianure si distendono a perdita d'occhio e l'erba, alta e incolta, rallenta il nostro cammino. Per fortuna Jizar ed Emmanuel riescono ad orientarsi in mezzo al nulla che ci circonda. Raggiungiamo un boschetto al cui centro vi è una radura: Yan la attraversa e, accanto al cerchio di pietre di un fuoco, fa una macabra scoperta: i resti di un uomo o meglio, di quello che sembra esser stato un portalettere che non è mai giunto a destinazione... Ha con sé una lettera...mai consegnata...da parte di un certo DAMIAN per la moglie, dalla quale si capisce che l'uomo faceva parte della guarnigione dell'ANTICA TORRE e che avrebbe trascorso là tutto l'inverno. Ripartiamo e, con il cuore pesante, raggiungiamo la torre: un mucchio di rovine abbandonate...
L'ingresso è bloccato da un fitto intrico di ERBA GRATTA o così almeno ci dice Jizar e proprio lui, nel tentativo di liberare il passaggio, vi cade sopra rovinosamente e da quel momento non fa che grattarsi e lamentarsi...
Finalmente riusciamo ad entrare: alcune stanze hanno ancora il tetto, mentre altre ormai non più...saliamo al primo piano e non facciamo in tempo a vedere gli scheletri di tre soldati che giacciono a terra, che questi si alzano e con grande agilità ci sono addosso!! Anche se colti di sorpresa riusciamo ad avere la meglio, ma restiamo sgomenti...uno di loro ha un foglietto in quella che un tempo doveva essere una tasca ed abbiamo la conferma che in questo luogo sono state praticate arti da necromante per ottenere la vita eterna...si parla anche di un oggetto maledetto, forse una tavoletta, e del sacrificio di una giovane ragazza...eventi terribili...
Continuiamo a salire e, nella stanza più alta, ci troviamo di fronte alla creatura più raccapricciante che abbiamo mai visto...uno scheletro sanguinante in armatura...gocce di sangue che stillano da ogni osso che lo compone...sangue ovunque...stando a ciò che abbiamo letto deve trattarsi del Capitano ILIUS BERGAN, colui che ha tentato il folle esperimento ed ha assassinato la giovane serva. Inchiodato ad una porta da una spada un altro scheletro armato: il Sergente DAMIAN TOLDBERG, autore della lettera trovata nella radura e coraggioso soldato che ha cercato di far ragionare il capitano...troppo tardi.. Bergan prontamente libera Damian e, insieme, ci attaccano con un'agilità impressionante. Lo scontro è serrato e molto duro, ma riusciamo a dare loro la pace.
01 Farast 4711
Portiamo a termine l'esplorazione della torre e troviamo la tavoletta...nera e ricoperta di rune...Emmanuel decide di toccarla e per un istante rivede l'assassinio della ragazza attraverso gli occhi del capitano, mentre viene sgozzata e gettata dalla torre...forse ancora viva... Resta attonito e per un attimo un ghigno sinistro attraversa il suo volto... In un impeto di rabbia, Jizar manda la tavoletta in frantumi e, dopo aver invocato Sarenrae per portare luce e purificare queste stanze, decidiamo di allontanarci prima possibile e scendiamo dabbasso. Fuori piove ed è sera. Nessuno vorrebbe restare, ma non abbiamo scelta. Portiamo i cavalli al riparo, accendiamo i bracieri e ci prepariamo per la notte.
02 Farast 4711
La pioggia cade incessante ma, lo stesso, decidiamo di esplorare il territorio circostante. Il suo ticchettio ci martella la testa per tutta la giornata e non troviamo niente di interessante. A sera ci accampiamo all'agghiaccio...fradici...
Durante il mio turno di guardia, veniamo avvicinati da alcuni lupi: in un primo momento, presa dal panico, do l'allarme, ma poi, ritrovata la concentrazione, riesco ad emanare un'intensa luce bianca che abbaglia tutti...per fortuna spaventa anche i lupi...eh eh!
03 Farast 4711
Torniamo all'avamposto sotto una leggera pioggerellina: siamo stanchi, spossati, fradici e alcuni di noi anche febbricitanti. Per fortuna da Oleg ci aspetta una bella sorpresa: l'incontro con PADRE JHOD, un sacerdote di Erastil venuto da Restov alla ricerca di un tempio perduto custodito da un orso rabbioso..."Il TEMPIO DELL'ALCE"...o almeno così lui lo chiama.
Si offre di prestare le sue cure a Yan e ci chiede di fargli sapere se mai lo dovessimo trovare.
Keldon è ancora debole e febbricitante, ma grazie alle cure di Yan, domani starà sicuramente meglio.
Nel frattempo, prima che faccia buio, andiamo a montare le tende fuori, sotto la tettoia, e ci prepariamo per trascorrere la notte...speriamo che dormendo al caldo si riprendano entrambi.
04 Farast 4711
Non so che cosa Jizar abbia detto al povero YOSIF, ma ha sicuramente parlato a sproposito visto che questi ha ucciso i suoi topi e gli sta chiedendo di riportarli in vita...povero infelice...ma perché Jizar non impara a stare zitto! Eppure di anni e di esperienza sulle spalle dovrebbe iniziare ad averne...è o non è mezzelfo?!
DOLESKYN, l'anziano cacciatore, ci annuncia che ha finalmente deciso di tornare a casa, ad Ejeda, a piangere sulla tomba della figlia e ricominciare una nuova vita e ringrazia Yan per averlo aiutato a ritrovare la pace interiore. Davvero un buon modo di iniziare una nuova giornata! Le consegna anche dei documenti da consegnare all'altro cacciatore, che dovrebbe essere andato verso sud. Siamo pronti per una nuova esplorazione! Salutiamo Svetlana, ci prepariamo con le provviste, ma Oleg ci dice che non ha cure medicamentose perché BOKKEN, l'erborista, è da qualche settimana che non si fa vivo...molto strano...
Vorrà dire che andremo a cercarlo.
Seguendo le sue indicazioni, giungiamo al limitare della foresta dove un albero gigantesco sembra vegliare su tutta la pianura circostante...costeggiamo il bosco...la capanna di Bokken dovrebbe essere da queste parti...eccola...una vecchia torre di guardia circolare cinta da muretti in pietra, trasformata in abitazione...non proprio la classica capanna nel bosco. Al suo interno, un paio di pecore ed una mucca brucano pigramente l'erba. Al centro un pozzo e lungo i muretti, aiuole di piante medicinali. Niente fumo dal comignolo... Entriamo.
Accanto al pozzo Jizar nota delle impronte come di rana, ma di grandi dimensioni...
Keldon si avvicina alla casa e da una finestra vede che all'interno c'è una di queste strane creature...butta giù la porta ma questa, velocissima, emette un acuto gracidio...forse un allarme...e con un improvviso balzo, salta addosso a Yan-Hessra e la butta a terra con violenza facendole perdere i sensi. …una gioia di breve durata…Keldon la trafigge mortalmente e Jizar interviene prontamente con una pozione medicamentosa.
Decidiamo di seguire la vena d’acqua che scorre sotto il pozzo… probabilmente queste creature sono arrivate proprio da lì. Giungiamo in prossimità di una pozza d’acqua circondata da spogli calanchi: ci mettiamo alla ricerca di un ingresso… di una grotta… quando due grosse rane balzano all’improvviso fuori dall’acqua. Ci colgono alla sprovvista, ma riusciamo a ferirne una e a farle scappare. Finalmente troviamo un foro nella roccia… dopo un primo momento di indecisione, Keldon sente un respiro… diverso… umano… provenire dal fondo e decidiamo di calarci. Il cavaliere è molto agile, mentre io cado giù rovinosamente… anche Emmanuel ci raggiunge con grande agilità e non appena alziamo lo sguardo, le due rane dello stagno ci attaccano nuovamente. Lo scontro è breve: il sibilo di alcuni fendenti e le due creature sono a terra.
Bokken, l’erborista, è appoggiato ad una grossa pietra, privo di sensi. Vivo per fortuna.
Lo riportiamo a casa, ma quando si riprende scopriamo che si tratta di un uomo burbero, scontroso e soprattutto irriconoscente… il massimo che riusciamo ad ottenere da lui…e con grande fatica…sono due pozioni medicamentose e non per avergli salvato la vita, ma per essere accompagnato da Oleg e poi di nuovo a casa… un uomo impossibile… In cambio di un letto caldo e asciutto, gli offriamo persino la cena, visto che a lui non è rimasto nulla.
07 Farast 4711
Dopo mezza giornata di viaggio sotto un cielo plumbeo, arriviamo all’avamposto: stanchi di sorbirci i commenti inopportuni e assolutamente privi di qualsiasi senso di riconoscenza di Bokken.
Per dirla tutta, neanche Oleg sembra essere molto felice di averlo lì per la notte…
Al nostro arrivo veniamo accolti da Doleskyn, l’anziano cacciatore che sembra stare meglio, e dal Capitano delle guardie, KESTEN, che stanno giocando a carte.
Finalmente possiamo goderci il succulento stufato di Svetlana e rilassarci un po’.
08 Farast 4711
Andiamo in direzione O-NO. Keldon è ancora molto debole, così Yan-Hessra decide di restare con lui all’avamposto mentre io, Emmanuel e Jizar decidiamo di continuare l’esplorazione.
Dopo un giornata di cammino tra pianure e zone boschive, al tramonto, Emmanuel trova alcuni cespugli che nascondono una piccola CAPANNA di legno. Entriamo… non c’è nessuno… solo attrezzature da cacciatore e… una botola. Decidiamo di aprirla e, strisciando lungo uno stretto cunicolo, raggiungiamo una grotta sotterranea piuttosto ampia e inquietante: agli angoli di questo ambiente qualcuno ha costruito dei cumuli molto accurati di teschi, ossa o pelli, tutte ben lavorate… almeno sembrano di animali. A terra vediamo un foro: guardo dentro e vedo qualcosa che luccica in fondo ad una stretta ma profonda buca. Tentiamo di raggiungere l’oggetto con costrutti fatti di frecce o rami e bicchieri di latta, ma invano, e dopo un po’ decido di infilare il braccio nel buco… che errore madornale! Un cappio magico mi afferra il polso e inizia a tirarmi verso il basso, mentre una vocina stridula inizia a cantilenare qualcosa sul fatto che sarei un ladro colto nel sacco! Facciamo la conoscenza con una creaturina molto piccola e bruttina che dice di essere uno SNEFRO e ci dice di chiamarlo BUFFARDELLO. Capiamo che è incuriosito da piccole cose che luccicano e riusciamo ad attirare la sua attenzione con uno specchietto. Ci dice di essere scappato da un grande ALBERO DI SICOMORO perché gli snefri che lo abitano sono troppo malvagi e che per qualche tempo, in quella grotta che lui considera casa sua, ha abitato un cacciatore “molto cattivo” che lui, infestando la grotta, ha scacciato. Quando gli diciamo che anche noi lo stiamo cercando, ci propone un patto: mi avrebbe liberato se gli avessi riportato un anello che il bracconiere gli aveva preso. Accetto. Mi libera e proseguiamo nell’esplorazione della grotta successiva che si rivela essere stata la casa del BRACCONIERE BREEG. Dal soffitto crollato penetra della luce, ma prima che abbiamo il tempo di osservare il semplice arredamento dell’ambiente, la nostra attenzione è attratta dalla macabra vista di due braccia umane con nere dita di sangue rappreso che pendono dal soffitto: il simbolo della divinità malvagia Norgorber , lo Scuoiatore! Come se non bastasse, alla stessa parete sono appese delle pelli scuoiate, tra le quali riconosciamo anche pelli umane e poi… una maschera raccapricciante realizzata con pelli di creature animali e umane…
La vista di questo scempio mi fa accapponare la pelle e, senza neanche pensare, stacco tutto dalle pareti e dal soffitto lo getto nel camino. Mentre un grande fuoco si innalza davanti a me invoco Sarenrae affinché mi dia la possibilità di purificare questo luogo blasfemo. Anche Jizar invoca Erastil e ne disegna il simbolo sull’impiantito.
Proprio in quel momento si affacciano dei coboldi dall’apertura nel soffitto… resto in ascolto e capisco che stanno cercando di portare via i nostro cavalli. Corriamo fuori e ci troviamo di fronte otto coboldi… noi siamo solo tre…
Ci battiamo con tutta la nostra forza ed energia. Uno scontro durissimo. Uno dopo l’altro abbatto tre di queste creature, mentre Jizar ed EmManuel con frecce e spada riescono ad ucciderne altri due, vengo accerchiata da altre tre di queste creature… cerco di resistere, ma uno di questi mi colpisce sul fianco… il dolore è così lancinante da farmi perdere conoscenza… Jizar ed Emmanuel riescono là dove io ho fallito e Emmanuel riesce a salvarmi.
La notte trascorre tranquilla e durante il mio turno di guardia un gufo ci osserva…
09 Farast 4711 Al mattino torniamo all’avamposto, ci riposiamo e ci prepariamo per una nuova esplorazione il giorno seguente.
10 Farast 4711 Purtroppo stanotte ha nevicato e al nostro risveglio è tutto bianco. Restiamo all’avamposto.
11 Farast 4711 Ancora neve…
12 Farast 4711 Oggi neve e piogga gelida
13 Farast 4711 Ancora pioggia…
14 Farast 4711 Oggi una lieve pioggerella pungente…aspettiamo…per fortuna arriva Sterk con il suo carro e le provviste dalla città.
15 Farast 4711 Finalmente è solo nuvoloso! Decidiamo di ripartire. Poco lontano dall’avamposto, abbiamo trovato quattro COBOLDI in una radura che coltivavano i RAVANELLI DELLA LUNA, tanto amati da Oleg. Yan ha provato a contrattare con i coboldi, ma senza successo… Ema ha deciso di passare alle maniere forti e abbiamo preso i ravanelli. Continuiamo ad esplorare quest’area per tre giorni.
19 Farast 4711
E’ ormai sera quando terminiamo l’esplorazione di tutta l’area. Abbiamo anche raccolto alcune informazioni sui coboldi: in direzione sud a ROCCIA SPACCATA, si trova un villaggio di coboldi, il cui capo si chiama SCAGLIAFULIGGINE, ma pare non sia il vero capo, il cui nome sarebbe invece TARTUK.
20 Farast 4711
In serata raggiungiamo l’avamposto di Oleg. Svetlana ci accoglie entusiasta per i ravanelli e addirittura ci paga in monete che ci consentono di riassortire i nostri vettovagliamenti.
21 Farast 4711
Partiamo di buon’ora verso sud. Attraversiamo un territorio di pianure rocciose caratterizzate da aree di erba molto alta. Tra alcune rocce abbiamo trovato una tana di RAGNI BOTOLA che però non ne hanno voluto sapere di farsi vedere… Abbiamo proseguito verso sud fino a una bassa collina sulla cima della quale si ergeva una VECCHIA QUERCIA SQUARCIATA DA UN FULMINE.
Proseguiamo nelle pianure circostanti finché raggiungiamo un lago che scopriamo ben presto essere la tana di BOGARTH, dai quali veniamo attaccati, mentre una gigantesca rana cavalcata forse da una di queste creature ci osservava da lontano… per fortuna abbiamo la meglio sui bogarth ma decidiamo di lasciare questo luogo, almeno per il momento. Dopo cinque giorni di esplorazione rientriamo all’avamposto.
27 Farast 4711
Al nostro arrivo da Oleg, scopriamo che è finalmente arrivato il gioielliere che stavamo aspettando per aprire lo scrigno trovato nella tana del bracconiere. All’interno troviamo polvere d’argento per 4.000 maya e decidiamo, quindi, di dare mandato a Oleg di venderla per l’85% del valore.
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