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, Rapporti e racconti dei Personaggi..

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view post Posted on 30/5/2016, 09:42
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MacAtour

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Le storie dei Personaggi .. per aiutarvi inserirò qui le tipiche domande per costruire il BG:

Rispondendo alle domande si costruisce un background completo. E’ anche possibile decidere di lasciare una o più (anche tutte!) scelte al caso andando a tirare sulle tabelle dell’Ultimate Campaign.

PRIMI ANNI
Circostanze della nascita:
La tua nascita è avventura durante una circostanza speciale o magica? Sei nato con un segno particolare, oppure la tua nascita è stata profetizzata? La tua nascita è stata benedetta o maledetta da un essere soprannaturale? In quale stagione sei nato? Ci sono stati eventi naturali, come una grande tempesta o nevicata, un terremoto, un’eclisse? C’era caldo o freddo fuori stagione? C’è stato un evento particolare, come una grande e straordinaria festa paesana, oppure il funerale di una persona importante?
Famiglia:
Genitori: chi erano i tuoi genitori? Come si sono incontrati? Si sono sposati? Se si, per amore, denaro, potere politico o altro? Il loro matrimonio fu organizzato? I tuoi genitori litigavano o abusavano l’uno dell’altro? Oppure andavano molto d’accordo? Erano fedeli l’un l’altro, oppure no? Hai imparato segreti su uno dei tuoi genitori di cui l’altro non era a conoscenza? I tuoi genitori si sono separati? Uno dei due è morto? Se sei cresciuto solo con uno dei due, come ha gestito l’altro la separazione? Come ha cambiato la tua vita l’evento? La tua esperienza familiare ti fa desiderare una tua famiglia oppure il contrario?
Fratelli:
Se hai dei fratelli, qual è il tuo rapporto con loro? Sei stato protetto da uno o più dei tuoi fratelli, o ti maltrattavano? Eri il figlio più grande, o comunque responsabile degli altri? I tuoi genitori misero su di te grandi responsabilità, doveri o speranze? C’era un fratello con cui andavi più d’accordo? C’era un figlio preferito nella tua famiglia? Eri tu o uno dei tuoi fratelli? C’era una pecora nera? Hai fratelli bastardi, fratellastri o fratelli acquisiti? Se si, in quali rapporti sei con loro?
Altri membri della famiglia:
Avevi un parente preferito? Che ruolo ha svolto questa persona nella tua vita, e che ruolo aveva nella tua famiglia? La tua famiglia viveva con, visitava o si associava con la tua famiglia estesa (nonni, zii, cugini, nipoti ecc), oppure tuo padre o tua madre sono stati diseredati o simili?
Adozione, illegittimità, orfanezza:
Sei nato fuori da una relazione normale? Sei stato cresciuto dai tuoi veri genitori o da qualcun altro? E’ stato peggio o meglio dell’avere una famiglia normale? Ti hanno cresciuto genitori di un’altra razza (inclusi mostri o animali)?
Professione dei genitori:
Quali erano le professioni dei tuoi genitori? Uno o entrambi venivano originariamente da un’altra professione? Hai dei sentimenti positivi o negativi verso gli affari di famiglia? Hai aiutato i tuoi genitori, oppure ti sei distaccato completamente dal loro lavoro? Se hai aiutato, hai imparato quel lavoro crescendo? Eri tenuto a seguire le orme dei genitori nella professione, oppure è toccato a qualcuno dei tuoi fratelli? C’era qualcosa degli affari di famiglia che amavi o odiavi?
Regione:
Come ha influito la regione di nascita sulla tua vita? Che tipo di comunità era la tua (rude gente di montagna, contadini di un villaggio, cittadini, ecc). Hai imparato a sopravvivere raccogliendo radici e vegetali dai campi, cacciando nelle foreste o arrangiandoti in città? Se hai sempre vissuto in città, come vedi il mondo oltre di essa?
Rango sociale ed educazione:
Quale era lo status economico e sociale dei tuoi genitori? Erano dei contadini o dei mercanti? Erano servi dei ricchi e potenti, oppure erano loro stessi ricchi e potenti? Se erano ricchi, lo erano per eredità o per recenti acquisizioni? La tua famiglia era rispettata nella tua comunità? Quando avevi a che fare con gente di classe sociale diversa, come la trattavi? Rispettavi le persone di altre classi sociali, oppure le disprezzavi? Sei mai stato coinvolto in una lotta contro qualcuno di rango più alto o più basso? Di che si trattava, e qual è stato il risultato? Hai mantenuto i gusti e i modi della tua classe sociale oppure li hai rifiutati per quelli di una classe più alta o più bassa?


Magia:
Quanto sapevi della magia mentre crescevi? Era una parte della tua vita di tutti i giorni, oppure qualcosa di cui si parlava con superstizione o in storie e leggende? Sei mai stato bersaglio di un incantesimo o di una maledizione? Hai sviluppato strani poteri da bambino? Hai mai sperimentato con la magia senza supervisori? Stai ancora subendo gli effetti a lunga durata di una magia, inclusi incantamenti o maledizioni che ti sono stati applicati durante la tua infanzia?
Religione e rituali:
I tuoi parenti erano religiosi? Ti hanno istruito sulla loro fede? Quanto erano importanti le tradizioni religiose nella tua famiglia? C’era una qualche usanza particolare o una tradizione che la tua famiglia praticava? C’erano taboo etici o religiosi? Che tu adesso sia religioso o meno, continui a seguire alcuni rituali o mantieni dei taboo? Hai seguito gli insegnamenti religiosi della tua famiglia o li hai rifiutati? Se li hai seguiti, ti hanno mai dato conforto nel passaggio dall’infanzia all’età adulta?
Evento importante dell’infanzia:
Descrivi un evento significante che ti sia successo nell’infanzia a cui ripensi di tanto in tanto. Potrebbe essere qualcosa di personale, come il giorno in cui sei stato iniziato ad un ordine religioso, le circostanze in cui hai incontrato il tuo migliore amico, oppure quando sei stato punito severamente dai tuoi genitori; oppure qualcosa di più grande, come essere coinvolti in un grande incendio, sopravvivere una terribile epidemia, eccetera.

ADOLESCENZA
Riti di iniziazione:
C’erano delle tradizioni razziali che hai seguito quando sei passato dall’infanzia all’adolescenza? La tua religione ti ha accolto come membro della fede con una cerimonia? A che punto la tua comunità ti ha riconosciuto come un giovane adulto, e che privilegi e responsabilità questo status ha portato? Tu o la tua famiglia appartenete ad una organizzazione, gruppo, gang, compagnia o gilda speciale che richiede il superamento di un test di maturità prima di accettare nuovi membri? Che tradizioni e usi di famiglia sono ti sono stati passati quando sei entrato nell’età adulta?
Amici, alleati e influenze:
Hai mai cercato di essere accettato da altri? Questa persona era un salvatore di cui avevi bisogno in un momento di crisi, o qualcuno che ha sfidato le tue credenze o ti ha spinto lontano da quello che ti era stato insegnato finora? Mentre ti misuravi con la stima di questa persona, hai imparato abilità o usanze? Hai avuto tempo libero con questa persona, e come lo hai riempito? Che influenza a lungo termine ha avuto questa persona sul tuo modo di pensare? Se eravate amici, lo siete ancora?
Evento di classe: (intesa come classe del personaggio, domande di esempio)
C’è stato un evento senza il quale la tua vita avrebbe preso una strada diversa? I tuoi genitori ti inviarono ad una scuola speciale per imparare la magia? Hai avuto una rivelazione religiosa che ti ha fatto diventare un crociato per la tua divinità? Sei stato buttato fuori dalla tua casa e hai dovuto sopravvivere nelle strade? Un patrono facoltoso ti ha sentito suonare e ti ha offerto una posizione nella sua casa come menestrello? Sei stato coscritto in un’armata oppure ti è stata donata un’arma di famiglia?
Primo amore:
Chi è stato il tuo primo amore? Provavate ammirazione uno per l’altra, o solo uno di voi? A quale professione e classe sociale appartenevano i suoi genitori? Quanto è durato? Sai dove si trovi questa persona, e pensi ancora a lui/lei? Che lezione hai imparato dall’esperienza, ed è stata una fonte di gioia o dolore? Hai corteggiato altri dopo questa relazione?

Doveri e responsabilità:
Crescendo, a quali doveri e responsabilità sei andato incontro? Erano lavori fisici o mentali? Erano focalizzati verso una professione oppure ti è stato chiesto di assumerti responsabilità diverse? In quale modo queste attività hanno migliorato corpo, mente o spirito? Se altre creature (ad esempio mostri o bestie) ti hanno cresciuto, cosa ci si aspettava da te in quella cultura?

ETA’ ADULTA:
Conflitto e comportamento:
Anche se ti reputi giusto e imparziale, oppure selvaggio e individualista, cosa fai davvero quando ti trovi di fronte ad un conflitto interno o esterno in cui questi valori sono sfidati? Segui un codice di condotta (legale), cerchi il miglior metodo per risolvere il conflitto equamente (neutrale), o agisci di impulso seguendo quello che ti sembra migliore sul momento (caotico)? Quando risolvi un conflitto, cerchi di agire nell’interesse degli altri (buono), cerchi una soluzione equa per entrambe le parti ignorandone il costo (neutrale), oppure pensi prima a te stesso a spese degli altri (malvagio)? Nota: pochissimi personaggi considerano loro stessi malvagi. I malvagi giustificano il loro comportamento egoistico o distruttivo con ragioni che a loro sembrano valide, così come personaggi buoni che lavorano sempre per il prossimo possono essere troppo umili e consci dei propri difetti per pensarsi buoni.
Vulnerabilità: (una vulnerabilità è un punto debole, qualcosa che ami o odi e influisce su di te pesantemente)
Pensa ad una lezione che hai ricevuto nell’infanzia. Ha cambiato la tua vista del mondo in positivo o in negativo? Come ti influenza tutt’oggi? Nomina un’occasione della tua adolescenza che ti ha causato dolore. Cosa ne pensi oggi? Il tuo punto di vista è cambiato? Ti eri meritato il dolore? Provi ancora risentimento verso chi lo ha causato? (questi eventi possono corrispondere a scelte che hai fatto per le parti precedenti del tuo background). Nella tua vita da adulto, nomina una persona o cosa che ti piace o ami e una persona o cosa che odi o temi. Altri conoscono i tuoi sentimenti verso queste cose o persone? Se si, chi? Pensa ad una persona o cosa che ti porta felicità, divertimento o altre sensazioni positive, e una cosa o persona che ti infastidisce, intristisce o disgusta. Cosa ti fa sentire così? Quale parte di te nascondi al mondo, e perché? Se questa persona, oggetto, memoria, credo o valore è attaccata o esposta, quanto andresti lontano per difenderla? Se intendi giocare un personaggio molto duro o con poche emozioni, quanto è profondo il suo “scudo” e sotto quale circostanze potrebbe essere penetrato o rivelato? Cosa potrebbe dire o fare qualcuno per farti rivelare una parte nascosta di te? Qual è la cosa più importante per te, e cosa faresti se dovessi perderla?
Amici, associati e compagni:
Considera gli altri membri del gruppo, scegline uno o più e stabilisci una conoscenza o connessione. Vi siete incontrati una volta nel passato lavorando per lo stesso datore? Siete stati amici per lungo tempo? Eravate in competizione per l’amore di qualcun altro? Avete una rivalità passata o presente? Siete imparentati? Vi conoscete per reputazione? Se si, cosa avete sentito dire l’uno dell’altro? Pensa a qualcuno all’infuori del gruppo con cui vieni regolarmente a contatto. Chi è questa persona, e cosa significa per te? Siete amici? Amanti? Nemici? Che influenza ha questa persona su di te, e qual è la tua su di lui/lei?


Edited by MacAtour - 1/6/2016, 11:15
 
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kuzzo83
view post Posted on 30/5/2016, 20:23




Leorick ha vissuto (e ricorda bene) l’esodo da Toril, anche se all’epoca aveva solo 10 anni e la visione Angelica di Aedan che con i suoi possenti attacchi teneva a bada quegli incubi di oscurità, fu per lui ispirazione di vita. Sebbene suo padre Frederick Gaél fosse un semplice fabbro e sua madre Johanna badava a lui ed a sua sorella più piccola Naomi in casa, il nuovo mondo rappresentò per la loro famiglia molto più della salvezza: poiché c’era tanto lavoro da fare e le persone erano più vicine le une alle altre, il nuovo mondo fu un nuovo inizio, un inizio migliore e più prospero di quanto la vecchia vita non fosse mai stata. Leorick crebbe nella benevolenza e si prodigò per aiutare il prossimo. Inoltre trovò che il nuovo sole fosse estremamente importante per lui e per la vita ed ogni volta che lo osservava si ricordava dell’eroe Aedan che aveva salvato tutti.
Leorick sentiva una forte affinità con quello strano sole: al mattino, quando il suo arco brillava più intensamente scacciando le tenebre, si sentiva carico di energie e voglia di fare, mentre alla sera, quando la lucentezza dell’anello infuocato veniva meno, lo coglieva la stanchezza e sospendeva le sue attività per un sonno ristoratore. Inoltre le condizioni atmosferiche influenzavano leggermente il ragazzo (che era divenuto lievemente meteoropatico), rendendolo più prodigo e solare nelle belle giornate, ma più svogliato e malinconico quando nubi e precipitazioni ingrigivano il cielo ed oscuravano la lucentezza dell’anello.
Leorick sviluppò celermente ottime doti da cerusico che, in assenza del potere divino, fu propizio soprattutto durante i primi anni finché la devozione al nastro rovente non fu così spontanea ed intensa da conferire ad un giovane ormai adulto, capacità straordinarie legate alla luce, al sole ed alla cura. Egli tuttavia le utilizzava solo per le emergenze, poiché era convinto che il potere scaturito dalle sue orazioni, sottraesse energia al sole stesso e non voleva abusare di questo meraviglioso dono.
Sua sorella Naomi, molto vicina al fratellone, aveva fatto suo quel dono ma per modi e vie del tutto differenti: affascinata dalla radiosità e dal calore del fuoco, abbagliata dalle meravigliose leggende che circondavano la gagliardissima immagine del piccolo, grande Grin, aveva imparato a manifestare poteri legati al fuoco e ben più distruttivi di quelli del fratello ed era molto meno accorta nell’utilizzo degli stessi. Così toccava sempre al buon Leorick toglierla dai pasticci in cui si cacciava. Ma a lui non dispiaceva: voleva aiutare tutti come il suo eroe, Aedan! E furono proprio le leggende sull’Aasimar che gli fecero capire che le forze del bene, purtroppo spesso, vanno sapute difendere anche con la forza, sebbene lo scontro rimanga l’ultima spiaggia. Così, con l’aiuto del padre, Lorick iniziò ad indossare vestigie più pesanti, correlate di scudo, per difendere e per portare soccorso anche nelle situazioni più pericolose… Ma ancora trovava difficile estrarre le armi. Fu il padre che rese il compito più agevole al figlio: fabbricò per lui un guanto d’arme con borchie appuntite, così che la sua mano fosse libera di aiutare e non avesse necessità di estrarre alcuna arma perché questa era già nelle sue mani. Inoltre, per migliorare ulteriormente le possibilità del figlio, fabbricò un incensiere sferico, legato ad una catena e rinforzato da svariati strati di pesante ferro, così che da strumento di preghiera potesse facilmente essere utilizzato anche per colpire e disarmare gli avversari. La madre, dal canto suo, gli insegnò l’importanza di un buon pasto: non solo per lui, ma anche per i malati ed i feriti che assisteva… L’età, invece, portò l’amore per l’alcool e sapendo che le cose fatte con pazienza ed amore erano assai più buone e rinvigorenti, Leorick decise di imparare a rendere speciale quel nettare dorato come i raggi del suo bellissimo sole, sperimentando nuove ricette con erbe particolari… Erbe fornitegli da Rickart, suo amico e cacciatore di mostri con cui condivide spesso in casa un buon piatto di minestra: per quanto scorbutico ed a tratti “selvatico” si è già dimostrato un buon amico e finché si impegnerà a tenere gli abitanti al sicuro dalle creature delle tenebre, avrà tutto l’appoggio di Leorick. Quanto a Jade, non riesce a capire perché una ragazza con simili doti artistiche e canore sia così riservata, timida e schiva, ma rispetta senza alcuna difficoltà il suo stile di vita. Riguardo ad Havik, infine, recente "acquisto" di Verling, è molto incuriosito: sembra una brava persona (o un bravo Tiefling), ma Leorick teme possa cadere vittima del pregiudizio della brava gente del posto, per questo non disdegna farsi vedere in sua compagnia proprio per dimostrare che a dispetto dell'aspetto, non c'è proprio nulla di cui preoccuparsi.

Aspetto: Leorick è un uomo ben piazzato ed un pò in carne, dai movimenti non molto fluidi e dal passo un pò pesante. I capelli sono di un rosso ramato, rasati sui lati ma raccolti in una piccola coda che li tiene ordinati e raccolti, le sopracciglia sono folte e scure e mettono in risalto i suoi occhi color ghiaccio, placidi come un lago di montagna e colmi di speranza e stupore, la barba anche se lunga è ben curata, dritta e tagliata uniformemente come le setole di una scopa. Solitamente indossa abiti comuni ed è facile incontrarlo in qualsiasi parte di Verling poiché è solito andare a fare visite anche a domicilio. Tuttavia può capitare di vederlo raccolto in preghiera con vesti clericali bianche bardate di un bel rosso fuoco, oppure accompagnare l'amico Rickart, protetto da un'armatura metallica ed un grosso scudo in legno.
Il suo approccio è notoriamente bonario ed amichevole anche se in solitudine, o se particolarmente concentrato, mantiene uno sguardo cupo ed un'espressione fin troppo seria. E' altresì noto che non brilli per arguzia e che non sia mai stato un amante dei libri, preferendo la conversazione e le attività all'aperto al grigiume dei luoghi chiusi ed alla polvere dei vecchi tomi.



Lezioni di vita imparate (per massime):
per quanto ti sforzi, non puoi salvarli tutti
L’Amore è un seme che germoglia e prospera solo se c’è la cura di entrambi
L’alcool non annega i dispiaceri: ormai hanno imparato a nuotare
L’alcool limita la pressione delle responsabilità, che tornano sotto forma di emicrania
se puoi risolverlo non ti preoccupare, se non puoi risolverlo che ti preoccupi a fare?
usa i giorni di merda per concimare il futuro
domani il sole sorgerà, con o senza te
il male trionfa solo se i buoni non fanno qualcosa per impedirlo (e non vengono intralciati dai neutrali)
ogni lasciata è persa
il nemico che lasci in vita è una tua responsabilità, ma la vita che togli graverà sulla tua coscienza

Motto: "la cura non termina con la bendina, per far passare la bua devi riempirti la pancina"


Edited by kuzzo83 - 8/6/2016, 18:44
 
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view post Posted on 4/6/2016, 19:42
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avventuriero e pirata

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Rickart di Verling:
(per ora esemplificato dal demon hunter di Diablo 3)
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Descrizione fisica:
Alto 1,85, corporatura atletica e longilinea, più forte di quanto la sua massa faccia pensare. Capelli neri, lunghi, raccolti in una coda alta e lasciati sciolti sotto (alla Geralt). Occhi di un colore giallo ambrato, inquietanti. Barba incolta ma mai lunga. Quando utilizza i suoi poteri di mutaforma i suoi lineamenti diventano più ferini, cosa enfatizzata se utilizza il mutageno. Gli occhi e il suo aspetto quasi selvaggio mettono spesso a disagio chi non lo conosce.

Descrizione caratteriale: diretto, scortese, testardo e talvolta violento; in fondo buono, cacciare mostri che mettono in pericolo gli innocenti sembra al momento il suo unico scopo. Nonostante la sua natura solitaria apprezza molto le feste paesane, la musica e i racconti, specialmente di fronte ad un fuoco acceso e ad una buona bevuta. Per qualche motivo è particolarmente legato alla grande tinozza di legno che ha in casa, dove ama fare lunghi bagni caldi. Nessuno è mai riuscito a farsi dire di che cosa si occupasse (a parte l'ovvio) prima del suo arrivo a Verling.

L'arrivo a Verling: Rickart è spuntato dal nulla una notte di tempesta, durante il periodo in cui imperversava la bestia di Verling, una creatura feroce e sanguinaria che stava mietendo diverse vittime fra i contadini e il loro bestiame. Durante uno degli attacchi della bestia, il figlio del contadino Jakob era riuscito a fuggire alla locanda del paese per chiedere aiuto, ma solo Rickart si fece avanti, dopo aver strappato la promessa di un pagamento al ragazzino. Il resto è risaputo, affrontò e uccise la bestia (un krenshar), prendendone la testa come trofeo e richiedendo una abitazione come pagamento. Si è poi stabilito a Verling e adesso lì risiede, guadagnandosi da vivere non solo come cacciatore di mostri, ma anche come alchimista (in collaborazione con quello locale) e cacciatore di animali. Nonostante le sue doti non è mai entrato a fare parte della gilda dei cacciatori e preferisce restare lontano dai pochi ma seppur presenti giochi politici di Verling.

Rapporti con gli altri personaggi :

Jade Morn (Aura): nonostante sia una ficcanaso, Rickart ha un buon rapporto con la giovane, anche se spesso questo rapporto si limita all'ascoltare le sue canzoni o i suoi racconti. Sembra esserci un muto accordo sul non fare troppe domande l'uno all'altro, e nonostante apprezzi la sua compagnia Rickart si arrabbia non poco quando Jade lo segue senza permesso, come ad esempio è successo nella vicenda del diavolo di Verling. Per il resto Jade lo incuriosisce per il suo atteggiamento schivo, a contrasto con la sua ficcanasaggine, e più di una volta si è rivolto a lei per cercare qualche libro o pergamena a proposito dei suoi vari bersagli. È in buoni rapporti col padre vista la sua professione,e Jade lo ha accolto fin da subito senza pregiudizi.

Leorick Gael (Marchino): fin dal momento in cui entrò nella sua casa di guarigione ferito e con la testa della bestia di Verling (un krenshar), Rickart è sempre stato trattato bene dal bonario guaritore. Data la sua professione ha dovuto visitare il suo "ufficio" diverse volte, scambiando anche idee e progetti su composti lenitivi. Rickart fu costretto a cedere agli insistenti inviti a cena a casa del sacerdote, e le cene rimangono uno dei momenti di ritrovo dei due. Rickart considera la famiglia di Leorick quasi come una famiglia adottiva, anche se mantiene le dovute distanze. Trova spesso insopportabile il perenne ottimismo di Leorick ma soprattutto i suoi sbalzi di umore, ma lo reputa un amico fidato. Cerca di scroccare birre gratis quando può, portando in cambio erbe aromatiche per le ricette del sacerdote. Sta imparando da lui i rudimenti della medicina per meglio poter capire le cause di morte, non tanto per guarire.

Havik (Marco): il cosiddetto diavolo di Verling era stato avvistato nei boschi della cittadina, e Rickart era stato chiamato per risolvere il problema. Non sapendo di preciso cosa si sarebbe trovato di fronte, aveva chiesto informazioni a Jade (con la specifica richiesta di non ficcare il naso), e aveva vietato categoricamente a Leorick di non intromettersi (un guaritore talentuoso è difficile da trovare...), per poi mettersi in caccia. Invece di un mostro aveva trovato un tiefling vagabondo, la cui unica colpa era quella di avere un aspetto inquietante. Capendo la sua situazione, Rickart aveva portato il vagabondo in paese, ed infastiditosi per la perdita di tempo, aveva lasciato il "diavolo" alle cure di Leorick, spiegando agli abitanti dello scambio. Si era poi infuriato con Jade perché si era accorto di essere stato seguito, ma alla fine alla sera si era ritrovato a bere assieme al nuovo arrivato e al guaritore.

Gli abitanti di Verling:Rickart è sia ben visto che mal visto dagli abitanti, a seconda del l'inclinazione di ognuno. Il contadino Jakob e tutti quelli che ha aiutato lo stimano, ha buoni rapporti con l'alchimista locale e con le famiglie di Jade e Leorick, ma altri lo temono e preferiscono non averlo intorno.
 
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stilgar1337
view post Posted on 7/6/2016, 21:20




Havik, il viandante

Sono davvero pochi a poter dire di conoscere il grigio vagabondo che da qualche giorno si aggirava nei pressi di Verling, sempre ammantato da una cappa scura e col volto celato da una sciarpa e dall'ombra del pesante cappuccio da cui s'intravedevano soltanti alcuni ciuffi di capelli bianchi come la neve. Ad accompagnarlo, soltanto i suoi bagagli (una sacca da spalla e qualcosa che probabilmente sarebbe potuto essere un'arma, avvolta anch'essa da un drappo scuro) e l'occasionale cane o gatto randagio.
Non attivara certo l'attenzione su di sè, un vaggiatore come tanti, sempre alla ricerca di qualche lavoretto o qualche moneta. Di certo, il viandante non cercava domande, e se le trovava era lesto a tornare sui suoi passi e curiosare altrove.
Solo il caldo abbraccio di un pasto caldo, o ancora meglio quello di una bella donna era capace a fargli rivelare qualche cenno relativamente al suo passato. Ogni volta, però, i curiosi restavano sorpresi di ciò che si celava sotto al mantello.
Havik, così si chiamava, era un figlio dell'Abisso, la sua pelle grigio antracite odorava di legno bruciato con una lieve nota di zolfo, i suoi occhi neri come la notte dove normalmente si trova il bianco e rossi come il fuoco al centro fissavano il mondo senza quasi mai sbattere, con lo sguardo di chi ha fatto troppe volte seguire la delusione alla propria curiosità. Non era molto alto, un metro e settanta o poco più, eppure il suo aspetto metteva spesso in soggezione chi gli parasse innanzi. Forse anche per questo erano in pochi a rivolgergli la parola per molto tempo.
Chi invece avesse avuto il coraggio e la voglia di superare le apparenze e chiedergli del suo passato, avrebbe trovato in Havik una fonte pressochè inesauribile di racconti.
Era nato una trentina d'anni or sono (non era sicuro della data esatta, a dire il vero), in quello che chiamava "Vecchio Mondo", del quale ricorda poco e niente. Infatti, la sua infanzia l'aveva trascorsa chiuso nella magione del padre, Konrad Stirling, un mago che a suo dire godeva di una certa fama nella zona dove aveva stabilito la sua residenza. Di quale fosse questa zona, Havik non ne aveva idea. Ma ormai contava poco, il nulla aveva divorato il mondo, la magione, e la fama.
C'erano tante cose che Havik non era disposto a raccontare, nemmeno dopo il quarto o quinto boccale. Ad esempio, che fine avesse fasso suo padre. O chi fosse sua madre, se è per questo, anche se perfino il più sprovveduto sarebbe stato in grado di capire che soltanto una creatura delle tenebre avrebbe potuto generare un uomo dall'aspetto così singolare.
Durante i suoi racconti, spesso il suo volto appariva gioviale, la sua espressione era spesso allegra, anche quando parlava delle sue peggiori disavventure o di suo padre, per cui palesemente non nutriva alcuna stima o rispetto.
Ma l'argomento che più faceva breccia nelle sue emozioni era certamente colui che Havik chiamava "Il Maestro". Dopo che Havik si ritrovò a dover vagare per il mondo, senza una casa, una patria o anche semplicemente una meta, Il Maestro Nasir lo accolse nella sua accademia dove insegnava l'arte del combattimento, da prima come garzone delle pulizie, ma ben presto come allievo. In un mondo freddo e ostile, Nasir rappresentò per Havik una vera e propria figura paterna, il primo che volle varcare la soglia delle apparenze per aiutare lo sventurato Tiefling nella ricerca del proprio destino.
Rimase presso l'accademia per alcuni anni, finchè un giorno Il Maestro decise che Havik era giunto il momento di apprendere la lezione più importante e difficile di tutte, e comunicò al suo allievo che da quel momento in poi il suo maestro sarebbe stato il mondo stesso.
Havik dunque s'incamminò verso l'orizzonte, con la ferma volontà di scoprire il proprio futuro con uno sguardo diverso, prodigandosi per gli altri con tutte le sue forze, e imparare a usare per il bene di tutti le doti che il fato volle donargli: il suo talento magico, l'attitudine al combattimento, e il suo stesso sangue demoniaco, così misterioso e potente.

Havik era giunto a Verling durante il suo girovagare in cerca di un lavoro e magari di un tetto sotto cui riposare. Accampatosi nel bosco, venne visto da alcuni taglialegna, che incrociarono il suo sguardo attraverso le fiamme del focolare che aveva acceso per riscaldarsi.
I cani dei boscaioli abbaiavano senza sosta, finchè per sventura o per dolo i boscaioli persero la presa dei guinzagli, e i cani balzarono all'attacco del "mostruoso" malcapitato, costringendolo a liberare la scimitarra che normalmente riposava sotto al suo drappo.
Bastarono pochi movimenti, lo sguardo torvo e alieno del Tiefling, e alcune parole in una sibilante lingua che i taglialegna non avevano mai sentito neanche nei loro peggiori incubi a farli fuggire spaventati, cani al seguito. La mattina dopo, su alcune bacheche degli annunci della città si trovavano già offerte di ricompensa per chi avesse avuto il coraggio di liberare il bosco dal "Diavolo di Verling".

Fù Rickart di Verling, il cacciatore di mostri, a seguire le sue tracce e infine a stanarlo, aiutato da Jade. L'occhio esperto del cacciatore però si accorse ben presto che la sua preda era tutt'altro che un pericoloso mostro, ma piuttosto si trattava di un vagabondo in cerca di pasto caldo e magari di qualcuno con cui condividere qualche storia davanti a una buona birra.

Così, il cacciatore fece ritorno in città senza trofeo, ma accompagnato da quel singolare viaggiatore, che adesso camminava a testa alta e non appariva più così tanto minaccioso.
Rickart condusse Havik da Mastro Leorick, dove il viandante fece la sua conoscenza, apprezzando il suo buon cuore e soprattutto la sua eccellente birra, che si apprestò a condividere coi boscaioli stessi, che dopo un iniziale momento di stupore e paura passarono ben presto a ridere e ascoltare con interesse le sue storie di viaggio.

Edited by MacAtour - 8/6/2016, 17:44
 
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Juroton Rosmot
view post Posted on 8/6/2016, 22:34




IL MISTERIOSO NUOVO ARRIVATO IN CITTA'

Sono tante le cose con cui i cittadini di Verling si sono ormai dovuti abituare a convivere , ma il veder girovagare per le vie affollate della città una vera e propria bestia, ritenuta per antonomasia ,selvaggia e mangia uomini, non è una cosa che la gente si é adegua facilmente;
Sicuramente e almeno per ora, viene rispettata...non è ben definito se la cosa viene tollerata ,per il lascia passare firmato e timbrato con il sigillo del Borgomastro o dal fatto che nessuno vuole pagare il prezzo di aver avuto ragione ad opporsi ad una così imponente bestia.

Anche se è evidente l'età ancora non adulta della famigerata creatura, le possenti zampe e le lunghe zanne sono un buon deterrente per qualsiasi malintenzionato nelle vicinanze;
Come l'animale anche il suo accompagnatore non sembra dimostrarsi molto vecchio....nonostante di bell'aspetto non sembra essere mai il primo ad essere notato dai due...diciottenne, forse un anno di meno,alto circa un metro e ottanta dal fisico asciutto e longilineo; i capelli neri lunghi fino alle spalle sono mossi e raccolti parzialmente da un codino nella parte alta della nuca; gli occhi di un azzurro chiarissimo hanno uno sguardo serio quasi malinconico; una cicatrice che parte dalla guancia sinistra, e finisce all'inizio della fronte , trasversa l'occhio dando un aspetto feroce, su quello che sarebbe stato un viso angelico.
Un armatura di cuoio borchiato ricopre la maggior parte del corpo, ma per quelli attenti ai dettagli,si puo notare sul collo e i polsi, l'inizio di quelli che potrebbero essere stravaganti tatuaggi tribali o forse profonde e/o mal rimarginate cicatrici,che con molta probabilita' ricoprono la maggior parte del corpo sotto i vestiti.

piccoli fronzoli adornano il vestiario del viandante e alla cintola non sembrano esserci armi ma solo un paio di piccole borse e quelle che potrebbero sembrare due corde di pelle arrotolata.
Dal passo lento e zoppicante non sembra dare peso agli sguardi curiosi dei passanti e neanche al bisbiglio che tutte le volte ne consegue al suo passaggio.
Qualcuno dice che sia figlio di un'importante personalità della capitale, venuto a verling in cerca di un posto dove nascondersi, altri dicono che sia un potente mago capace di ammaliare qualsiasi creatura,ed é così che ha convinto il Borgomastro a farsi firmare le autorizzazioni, altri ancora giurano di averli visti arrivare insieme all carovana di Bykus Myslenie in persona, proveniente dalle lande pericolose e selvagge, i piu fantasiosi invece,son oconvinti che sia "l'avanguardia" di un circo errante,e che presto giungerà in città;
in realtà pochissimi si sono avvicinati direttamente a chiedere il vero motivo della loro presenza,perche la maggiorparte della gente, piu che volentieri preferisce guardarli da lontano e favoleggiare sul motivo che porta due cosi stravaganti presenze a fermarsi nei pressi di Verling.
Nei pochi giorni che i due si sono fatti vedere in Citta',i più temerari sembrano essersi dimostrati i ragazzini di verling, che dalla minor distanza, ma la maggior incoscenza, si divertono ad ammirare la creatura, che come un enorme gatto si gode il suo riposo ai pressi del fiume;
I due sembrano infatti aver stabilito un piccolo accampamento provvisorio, intorno ad uno stravagante carretto nei pressi del fiume di Verling;e in compagnia di uno stranamente indifferente e pacato mulo, sperano di poter trovare la loro tranquillita' almeno durante la notte...ma anche quella si rivela vana, perche interrotta da una figura femminile ,che audace , si intrufola nel loro piccolo accampamento per una ravvicinata visita privata,alla famosa bestia di Verling...
 
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kuzzo83
view post Posted on 18/6/2016, 09:35




"l'uomo ferito nel bosco era stata solo una scusa, una menzogna per far leva sul mio senso del dovere immagino... non credo ci fosse bisogno di un inganno per attirarmi qui... o forse si? sarei andato di sera ad affrontare una sciocca prova per dimostrare di essere in grado di aiutare la bella gente di Virling più attivamente? chissà se anche Aedan ha iniziato il suo cammino con prove come questa?"
i pensieri di Leorick si susseguivano in un confuso miscuglio di emozioni: un pò offeso dall'inganno di Jade, un pò sorpreso dalle verità apprese e di cui era all'oscuro, un pò incuriosito dalla presenza degli altri compagni, emozionato al pensiero dell'avventura che stavano per intraprendere, ma soprattutto molto, molto assonnato... Mastro Morn gli era sempre sembrato un uomo degno di fiducia e vedeva di buon grado il suo operato (senza considerare che aiutando lui probabilmente Leorick avrebbe aiutato indirettamente anche suo padre), ma questa segretezza lo preoccupava: non era meglio fare le cose alla luce del sole? non poteva fare a meno di chiedersi cosa avrebbe fatto Aedan al suo posto?... Il suo eroe aveva condiviso il proprio fato con un agente delle tenebre e, nonostante questo, mai la sua luce si era offuscata! forse era questa la vera prova... "ma certo! è come far giungere la luce del sole in luoghi oscuri attraverso un intricato sistema di specchi che non fornisce il risultato fino a che tutti non sono allineati!" guardò la fascia rossa legata al braccio e sorrise
 
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view post Posted on 1/7/2016, 18:01
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MacAtour

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LA FINE dei RABBIOSI

La festa con i due avventori non era stata del tutto deludente, Parsil stava ancora gioiosamente roteando la metallica conquista..e gli altri tre stavano finendo il vino rimanente nelle bottiglie lasciate per tutta la grotta. D'improvviso un odore fortissimo di fuliggine riempì l'ingresso della grotta dove , alla luce della luna il più giovane dei banditi si stava liberando di un liquido fardello. Una forte folata di vento innaturale spinse l'acre fetore all'interno della grotta. Una voce agghiacciante sibilò nel cunicolo "..e dunque volete andarvene.. volete lasciare il florido nido dove vi ho permesso di mettere radici..vi è bastata un po di futile fortuna sulla strada per dimenticarvi a CHI dovete TUTTO!!!".. Impietriti dalla voce serpentina i quattro bifolchi rimasero in silenzio, nel vano tentativo di capire a chi appartenesse quel tetro suono. Rientrando frettolosamente il giovane che era uscito, intravide tra le rocce che curvavano una snella figura femminile simile a una di quelle impudiche raffigurate nel suo osceno manuale..
Stordito per l'ingente quantitativo di alcolici non ancora smaltito il giovane bandito si addentrò nella grotta per raggiungere l'ammiccante figura femminile, noncurante della insidiosa radice che sostava a ridosso dei suoi piedi. Quando si accorse di stare cadendo la sua testa si stava già rompendo su una acuminata roccia poco distante dalla radice..la mascella si sradicò nell'impatto, uno schizzo sanguigno raggiunse l'arco dell'ingresso,un rivolo crescente fuoriusciva dalla bocca lasciandolo esanime. Il baccano della caduta attrasse i due meno ubriachi che intimoriti estrassero le armi. Uno dei due portava una torcia e fu lui il primo a vederla : una sfuggente figura femminile saettò tra di loro, ma il suo volto era terrificante proprio come quello di un Senzariposo: la bocca spalancata mostrava due file di denti arroventati e gli occhi affossati nelle orbite lasciavano una lugubre scia nel buio della grotta. Provarono ad attaccarla proprio quando passava loro nel mezzo ..ma fu troppo veloce: i due tentando di colpirla trovarono sfortunatamente solo l'uno il torace dell'altro. Le reciproche lame non lasciarono scampo ai due briganti.
Parsil che aveva in mano il Mazzafrusto di Leorik , fu investito da una cantilenante risata.." Nessuno lascia la mia Foresta , Bifolco! Adesso ti ammazzerò così male che neppure tuo Padre potrà riconoscerti"


Edited by MacAtour - 9/11/2016, 12:29
 
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view post Posted on 2/7/2016, 11:24
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avventuriero e pirata

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Rickart si era sbagliato. Era piuttosto convinto che l'autore del massacro fosse un mostro, un abominio di qualche tipo, o forse un mutaforma... ma fin dal momento in cui avevano incontrato il grosso uomo con la pelle d'orso aveva capito che si era sbagliato. Non era un mostro, era solo un uomo. La breve conversazione con l'uomo in verde, però, stava insinuando di nuovo il contrario...forse il cacciatore non si era sbagliato. Leorick aveva tentato di risolvere il problema con le buone, ma era evidente che il bestione con la pelle d'orso la pensava diversamente. Sentendo una familiare scarica di adrenalina percorrergli il corpo, Rickart pensò che spesso i mostri si nascondevano sotto facciate anche troppo normali...
 
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kuzzo83
view post Posted on 5/7/2016, 17:13




morte... ecco l'unica cosa che si palesa quando si parte all'avventura... e bisogna imparare a farci i conti
"non puoi salvare tutti"
Leorick, ascoltando le incalzanti accuse del brigante sopravvissuto, gettava spesso uno sguardo alle spalle... tre cadaveri riversi al suolo in un lago di sangue... queste erano le conseguenze del loro agire e non riusciva a capire se quelle vite sarebbero potute essere risparmiate
"non puoi salvare tutti"
accanto a lui Taren zoppicava con gli abiti macchiati di sangue, sfortunatamente il proprio, mentre su Rickart era difficile stabilire quanto di quel fluido rosso fosse sgorgato dalle sue ferite e quanto, invece, appartesse ai defunti nemici... anche Jade aveva rischiato la vita ed era stato il potere delle tenebre a porla al sicuro, non quello del sole...
"non puoi salvarli tutti"
era grazie ad Havik che aveva ghermito le vite del barbaro e di un arciere se si erano salvati... la ferita ricevuta in pieno petto da Leorick non avrebbe lasciato scampo ai compagni, ma la lama saettante del Tiefling era stata indubbiamente più letale della bruta forza barbarica esercitata dall'energumeno ai suoi danni... eppure, anche dal guanto d'arme di Leorick gocciolavano rubinee perle perché anche la sua mano si era levata contro gli avversari e le parole dette al sopravvissuto erano in realtà rivolte a se stesso: la giustificazione per le sue azioni: "sai perché noi combattiamo? perché il solo esserne in grado, ci impone moralmente di farlo per coloro che non ne hanno la forza" ma nella sua testa si palesava maggiormente l'istinto di conservazione: potevano essere i loro i corpi esanimi riversi a terra...
"non puoi salvarli tutti" continuava a pensare "ma per loro..." lo sguardo si posa brevemente sui compagni "...credo valga la pena tentare"


Edited by kuzzo83 - 6/7/2016, 16:37
 
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stilgar1337
view post Posted on 6/7/2016, 11:37




C'è un momento, poco prima di ogni battaglia, dove la logica cede il passo all'istinto, il respiro si ferma, e l'adrenalina riempie le vene come un fiume in piena.
Havik conosceva bene questa sensazione, essendo dovuto fuggire numerose volte da situazioni pericolose durante il corso della sua miserabile vita. Quella volta che un vecchio gli sguinzagliò contro i suoi cani, oppure quando un fruttivendolo di paese lo rincorse per riavere indietro le mele che gli erano state rubate.
Quella volta nel bosco, però, era tutto diverso. A fianco a lui c'erano nuovi amici, di cui non poteva dire di fidarsi ancora (del resto, non si era mai fidato di nessuno in tutta la sua vita) ma i loro volti sembravano determinati, coraggiosi, lo facevano sentire al sicuro.
"Questa volta non scapperò". La voce di Havik echeggiava nella sua mente, come un potente mantra, che piano piano si faceva strada tra le spine della paura.
Per la prima volta, Havik non si sentiva solo. Verling gli aveva regalato questa meravigliosa sensazione, e aveva anche l'impressione che per la prima volta qualcuno contasse su di lui. Addirittura, Rickart gli sussurrò nell'orecchio "Pensa all'incantatore". Se perfino l'abile cacciatore era pronto a fidarsi di lui, non c'era niente che poteva fermarlo.
Fece un respiro profondo e un istante dopo sfoderò la pesante lama che recava sempre con sè, con la determinazione di non deludere i suoi compagni. Non poteva permettersi di venire scacciato, ora che finalmente si sentiva parte di qualcosa.
In un istante, analizzò la situazione: un incantatore, un gigante, almeno due arcieri appostati. Non di certo una bella situazione. Non con questa luce, almeno. Ma l'oscurità aveva sempre accompagnato il giovane tiefling, perchè i figli degli Inferi portano sempre la notte dentro al proprio cuore. Un buio manto iniziò a radiare intorno a lui, e con orgoglio si rese conto di aver sorpreso i nemici che gli si paravano innanzi, e forse perfino i suoi compagni di viaggio.
Fù in quel momento che un'altra voce si affiancò alla sua, dentro la sua testa. Una voce di donna sopita da tempo, che mai Havik avrebbe voluto sentire nuovamente. Eppure, una parte della sua anima non riuscì a trattenersi dal gioire. "Non sei mai stato solo, figlio mio."
Senza esitare, si mosse rapidamente nel buio, verso lo stolto gigante che neanche si era accorto di lui. Forse perchè appariva meno minaccioso di Rickart, o meno imponente di Leorick, o forse perchè era stato distratto dal ruggito di Raion. "Lui è il mio obiettivo adesso", pensò, ignorando il consiglio di Rickart.
"Se lo abbatto, vorranno che resti con loro."
La lama, ammantanta dall'oscurità, cadde sulle carni del gigante, di nuovo, e ancora, finchè il suo respirò smise di appestare l'aria circostante.
In quell'istante, un dardo sibilò poco distante, e raggiunse il collo di Jade. L'urlo di dolore della ragazza fece voltare di scatto Havik, che vide nel fitto delle foglie l'arciere che l'aveva scagliato. Sentì chiaramente la rabbia esplodere con una forza che non aveva mai sperimentato, ed ebbe la netta sensazione che un tiepido tocco guidasse le sue dita, e udì la sua stessa voce pronunciare le parole di un incantesimo.
In quell'istante, dalla sfera di oscurità uscì un rapidissimo proiettile di ghiaccio, che con estrema precisione colpì la bocca dell'arciere, che non ebbe neanche il tempo di urlare. Cadde rovinosamente al suolo, e la testa scoppiò in mille frammenti, come una brocca che cade da un tavolo.
Nell'abbraccio dell'oscurità, Havik ebbe come l'impressione di scorgere con la coda dell'occhio un sorriso malevolo e allo stesso tempo fiero.
"Che tu lo voglia o no, io sarò sempre con te, Havik."
La battaglia finì con la rapidità con cui era iniziata, lasciando il tiefling a contemplare il sangue sulla sua lama, e le incredibili implicazioni di ciò che era appena accaduto.
Aveva immaginato tutto? Probabilmente si. O forse...
 
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kuzzo83
view post Posted on 16/7/2016, 11:53




...ritrovare un vecchio scappato di casa non sarebbe dovuta essere questa grande impresa, sarebbe stato un bel gesto per i familiari che lo cercavano e nulla più... invece...
qualcosa di misterioso aleggiava nella vicenda: la salute del vecchio misteriosamente ritrovata, le ripetute scappatelle nella foresta da amici di cui nessuno sapeva niente, il balocco del nipotino che - a detta di Havik - presentava una traccia magica minore... Jade aveva già iniziato ad ammorbare gli altri con le sue solite elucubrazioni mentali su folletti magici nella foresta ed verità nascoste, ma Rikart e Taren erano ben attenti ad indizi più tangibili: una traccia sulla finestra, una mano esile ed affusolata - forse di una giovane donna o di un'elfo - si era posata sul bordo ligneo ma senza varcarlo, solo per sostenere un osservatore silente... Rion, sebbene non fosse propriamente un segugio, guidò Taren e gli altri lungo il ciottolato che si allontanava dalla casa, seguendo un odore che forse li avrebbe condotti al vecchio Orvo. Interruppe la sua ricerca al cimitero di Verling, nei pressi di una tomba senza nome, ma prima di poter cercare attorno altri indizi, un rumore catturò la completa attenzione dell'enorme felino che si immobilizzò come una statua per affinare i sensi su quanto lo avesse messo in allerta... Una figura esile e sporca stava rannicchiata sulla parte laterale del mausoleo, unico elemento in pietra presente nel cimitero, forse scavando in cerca di qualcosa... la traccia della mano sulla finestra avrebbe potuto appartenergli, ma per evitarne una repentina fuga Leòrick propose a gesti una manovra a tenaglia. Giunti in vista della creatura fu per tutti sorpresa e sgomento quanto si palesò di fronte a loro quello che pareva essere a tutti gli effetti un senzasonno! ma quello che fece gelare completamente il sangue nelle loro vene, fu il sentirlo parlare con discorsi sensati ed articolati, sintomo di un'intelligenza umana! la creatura non pareva essere conscia della sua condizione e, seppur le mani fossero poste sulle loro impugnature, nessuna arma fu estratta durante il dialogo: nel loro cuore, chi per un motivo e chi per un altro, avevano forse già appreso l'importanza di non giudicare dalle apparenze, sebbene l'atmosfera fosse così tesa che un solo movimento di quell'essere avrebbe potuto innescare una violenta reazione. Ma quegli occhi opachi, ormai priva della scintilla di vita al loro interno, si crucciarono d'improvviso in un'espressione spaventata e fin troppo umana, la mano si alzò puntando il dito verso la foresta e la sua voce, tremolante ed atterrita, annunciò l'arrivo di qualcosa di ancor più oscuro e spaventoso: quattro figure, smunte e dalla pelle incartapecorita, disidratata come se fosse rimasta troppo a lungo sotto lo splendente Ilsur, si trascinavano con passo incerto in quella direzione e sebbene anche i loro occhi fossero così malconci da renderli incapaci di vedere, quando la loro linea di vista incrociò quella degli avventurieri, il loro passo divenne più spedito, le loro mani quasi scheletriche e dalle unghie affilate protese in avanti, le loro bocche spalancate a mostrare l'oblio della fame insensata ed il loro lamento, ultimo e lampante indizio dell'assenza della vita o di un'anima in quegli involucri di terrore... ne seguì uno scontro che vide vincitori gli avventurieri, ma le energie benevole avevano raggiunto anche il senzasonno parlante, riducendolo in fin di vita... Jade ipotizzava fosse un essere umano in preda ad una malefica maledizione, ma non vi era molto che si potesse fare e la creatura si spense lasciando un retrogusto amaro allo scontro che li aveva visti vittoriosi. Havik si prese cura delle sue spoglie: un tumulo improvvisato finchè non avessero scoperto di più...
[continua...]
 
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view post Posted on 5/8/2016, 09:44
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MacAtour

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C'era qualcosa di diverso nell'aria quella sera, Galvan lo sentiva .. la previsione di Erhamos non lasciava dubbi.. prima o poi qualcuno si sarebbe accorto del suo operato notturno.. sarebbe stato scoperto ed sarebbero stati dei problemi da risolvere subito. Non sapeva se portare con se l'Ogrosso fosse stata una manovra oculata : nascondere il massiccio senzasonno lo avrebbe costretto ad abbandonarlo in mare. Persino il vento che proveniva dalla Grotta del Capitano pareva gorgheggiare schernendolo. Galvan assottigliò le umide palpebre : i suoi occhi vuoti scrutarono minacciosamente la spiaggia..apparentemente non vi era alcun pericolo.. avrebbe svolto il suo lavoro indisturbato anche questa notte!
 
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view post Posted on 9/8/2016, 09:18
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MacAtour

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Dopo aver salutato il Gruppo, Remigio Cartan si mise a sedere fuori dalla sua casa, si accese la pipa come era solito fare suo padre e rimase a lungo a fissare la strada da poco percorsa dal quel colorito gruppo di avventurieri. ".. Chi sono queste persone" si chiedeva "che erano quasi pronte a rinunciare al loro compenso per aver svolto un lavoro al limite dell'impossibile. Credevo che il vecchio fosse ormai perduto e che la foresta avesse reclamato la sua vita .. eppure come un miracolo, costoro non solo lo hanno trovato ma devono anche averlo convinto a rinunciare al suo gruzzolo" un altro breve tiro alla sua pipa " Orvo, Padre ... hai scelto di seguire la tua strada altrove senza addurre motivi .. ma so che non vuoi gravare la tua famiglia con il peso della tua morte. Una scelta egoista , che lascerà meno amaro in bocca al piccolo Salpin, ancora troppo giovane per capire certe scelte. Padre , sono grato a coloro che ti hanno ritrovato, perché non solo rivederti ci ha rinfrancato, ma ci hanno anche dimostrato che la speranza è una creatura tenace e che è un gesto barbaro lasciarla morire" ..Perso nei suoi ingenui ma sinceri pensieri, Remigio spostò pacifico lo sguardo sul nipote intento a giocare con il suo pupazzo Ephy.
 
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kuzzo83
view post Posted on 16/8/2016, 09:45




[...] Il grigio mutaforma si ergeva dinnanzi a loro nella capanna del vecchio Orvo: aveva trovato il coraggio di palesarsi solo quando il piccolo gruppo che aveva sconfitto a poca distanza alcuni sensasonno, aveva mostrato una certa apertura mentale ed una capacità di vedere oltre le apparenze. Così Ephylok aveva deciso di credere in loro e di provare a fidarsi: aveva raccontato loro di come Orvo lo avesse salvato, di come avesse perso i suoi averi in scommesse con la creatura dei boschi e di come si fosse spento per un malore prima di poter recuperare almeno parte di quanto aveva sottratto alla propria famiglia... aperti e benevoli, i cuori di Jade, Havik e Leorik, non solo avevano accolto quelle parole come sincere a dispetto degli scrupoli di Rikart che aveva riconosciuto la creatura e dei dubbi di Taren che aveva la consapevolezza di chi ha osservato un lato del mondo ben più oscuro della ridente Verling, ma avevano anche valutato che la minaccia dei morti viventi avesse la precedenza su qualsiasi altro cruccio. Così trovarono il modo di accordarsi e di studiare un piano per catturare l'uomo della barca: un losco figuro che Ephylok sosteneva essere collegato ai senzasonno e che gli avventurieri stessi avevano osservato di notte sulla spiaggia limitrofa mentre richiamava sulla sua barca i non morti che egli stesso pareva destare... Erano concordi nel cercare maggiori informazioni prima di agire, ma soprattutto avevano espresso la necessità di epurare quel tratto di spiaggia da possibili altre minacce. Con il sostegno di Ilsur fecero luce sulla verità del senzasonno sensiente: un pescatore - pare - che aveva la propria casupola sulla spiaggia e che oltre ad un piccolo tesoro ben celato, aveva lasciato in quella baracca anche affetti preziosi: una moglie ed un pargolo la cui sorte restava sconosciuta. Ma fu la grotta marina a serbare loro la sorpresa maggiore... pronti ad affrontare un terrificante verme iena che avevano ipotizzato infestasse quel luogo, si erano addentrati fino a raggiungere il luogo del suo eterno riposo: la creatura era si presente, ma ormai priva di vita e con essa un cadavere umano da cui solerte s'innalzò una spirittica ed evanescente figura ectoplasmatica: era il capitano di una grande nave affondata molti anni addietro a causa degli scogli antestanti quella spiaggia, la Buxintoro con a bordo più di 400 persone tra equipaggio ed il carico di schiavi che trasportava. Nonostante il terrore suscitato dalla spiritica presenza, il manipolo di coraggiosi avventurieri non cedette al panico e si premurò di ben intendere quanto fosse accaduto prima di giungere ad affrettate conclusioni... l'anima dannata del capitano concesse agli sconosciuti di conoscere i fatti per come egli li aveva vissuti, oltre a metterli a parte di come avrebbe potuto raggiungere il tanto bramato riposo eterno: l'equipaggio - tutti inclusi - della sua nave, doveva tornare al relitto affinché lui potesse portare a compimento il suo destino, ma qualcuno da alcune notti ne stava prelevando i corpi, ovvero l'uomo della barca. Il capitano tentò la sorte nel concedere loro un piccolo aiuto in cambio del loro: la lama che lo aveva aiutato a sconfiggere il verme iena, la stessa che titolava capitano colui che la impugnava, fu donata ad Havik affinchè potesse essere guida per i membri (e le membra) dell'equipaggio, portati lontano dalla loro casa: il relitto del vascello. Non fu necessaria la promessa di Jade: tutti sapevano che quella era la cosa giusta da fare...
Preoccupati ma risoluti nel fermare una minaccia prima che potesse causare danni agli abitanti di Virling, aiutati dal chiarore notturno di Nashtaj, i coraggiosi avventurieri approntarono una trappola sulla spiaggia, una buca nella fattispecie per catturare l'uomo della barca: era opportuno carpire più informazioni poiché questa figura era solamente parte di un'opera ben più complessa per un sol'uomo. La trappola funzionò, ma la figura misteriosa si rivelò essere ben più terrificante di un uomo: era un ghoul in grado di fare uso della magia ed oltre ad aver risvegliato i senzasonno del relitto, ne aveva fatto uso come scorta pertanto fermarlo fu impresa al limite delle loro possibilità, ma sebbene gravemente feriti, uscirono vincenti dallo scontro, riportando la quiete sulla spiaggia poco prima dell'albeggiare. Il mutaforme, che aveva assistito alla battaglia, levò al vento una fascia rossa in segno di ringraziamento. Fu peraltro celere nello sdebitarsi, accondiscendendo a chiudere rapidamente la questione sospesa relativa al vecchio Orvo: la famiglia attendeva risposte e per quanto l'essere non volesse spezzare quell'equilibrio per uno strano legame stretto con il nipote del vecchio, capì la necessita di non strascicare questa menzogna oltre quanto non fosse stato necessario. A malincuore diede l'addio alla famiglia e quando fu il turno del piccolo Salpin lo stupore e l'incredulità avvinghiarono il cuore dei presenti poiché i suoi occhi sinceri e puri di fanciullo avevano già scrutato quanto si celava oltre l'inganno della vista, chiedendo ad Ephylok di prendersi cura del nonno. Quelle azioni lasciarono un sapore meraviglioso nei palati degli avventurieri, migliore di qualsiasi sontuoso banchetto, un premio impareggiabile che li aveva quasi distolti dalla materiale ricompensa che li attendeva...


Edited by kuzzo83 - 16/8/2016, 11:02
 
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