ForumFree

Lo strano oggetto

« Older   Newer »
  Share  
Will Dewey
view post Posted on 30/4/2011, 15:59




California. Il sole della California.
L'acquitrinio ribollente dell'accampamento che i profughi chiamano casa.
Acqua putrida, il caldo soffocante, il rumore ripetitivo delle cicale a mezzogiorno. L'unica ombra di un vecchio container nasconde cautamente una figura. In mano una balestra. Si asciuga la fronte. Poi stringe di nuovo l'arma. Uno schiocco secco e un rantolio sommesso.
_ Pedro!_ la voce tra il sorpreso e la rabbia _ Mi hai quasi colpita_ La figura di una donna si volta a guardare un grosso ratto trafitto _ Hanno ragione a chiamarti Loco, pazzo! Sei un fottuto pazzo, ecco cosa cazzo sei. Lo dirò a tuo padre e poi vediamo se domani avrai ancora voglia di stare a bighellonare e a non fare nulla mentre i tuoi fratelli si spezzano la schiena nei campi._
La figura leggermente sovrappeso del tiratore uscì dal riparo, lo sguardo fermo di chi sa quello che fa, gli occhi rapidi e in moto di chi nasconde una brillante intelligenza. Intelligenza che speso trova sfogo in una lucida preoccupante follia.
Senza proferir parola il ragazzo passò accanto al suo interlocutore, con fare sostenuto, recuperato il dardo e la preda, si voltò fissandolo. Di nuovo quello sguardo glaciale rotto da un sorriso improvviso. _Lo siento, mi dispiace, senorita, starò più attento in futuro.Hasta luoego _ Un inchino plateale concluse la frase e il ragazzo si allontanò rapido attraversando la passerella.
I suoi pensieri mentre camminava era tutti proiettati lontano, come quando insieme ai suoi amici di sempre se ne stavano le notti stellate seduti lungo la ferrovia ad immaginare di andarsene da questa squallida palude.
_Schiavi per la agrichem e adesso, cosa c'è di nuovo? Schiavi di se stessi, ecco cosa sono e cosa siamo. E non è questo che voglio._ pensò tra se e sorrise_ rapido raggiunse un officina, entrò senza esitare. Una ragazza carina ma sporca anche in volto di grasso e olio stretta in una tuta da meccanico era di spalle intenta a riparare una specie di motore.
_Pedro che vuoi?_ senza voltarsi e senza salutare con tono della voce senza troppe inflessioni e senza troppa brillantezza.
_ Seniorita Avril, tuo Hermano?
_[Nome pers gio] è di là_ Indicando con una chiave inglese l'ingresso di un altro ambiente,sempre senza voltarsi._
_Muchas Gracias chica_
La risposta della ragazza fu un semplice monosillabo di disapprovazione all'appellativo "chica"
Il giovanotto entrò nell'altro ambiente pieno di pezzi di rottami e motori.
_Hola Hombre_ entrando nella stanza_ Que haces?_
Il ragazzo, seduto in uno sgabello di spalle alla porta pareva quasi immobile curvo soprà un banco da lavoro, illuminato solo da una lampada al neon. Non si voltò nemmeno e seccamente rispose sibilando un sonoro "ssshhh"_
Pedro si avvicinò alla spalle dell'amico, quello intelligente, che considerava un fratello, più dei fratelli "di sangue" troppo più grandi di lui e lontani dal suo mondo, per cercare di capire meglio cosa stesse assorbendo tutta la sua attenzione.
Una scheda elettronica di qualche vecchio computer era disposta tra due morsetti e con estrema perizia e un piccolo cannello elettrico l'abile tecnico stava compiendo delle saldature.Era "l'ingegnere dei miracoli", anche un rottame da ferrivecchi, definitivamente guasto e inutilizzabile, tra le sue mani riprendeva un pizzico vita, concedendo ai suoi utilizzatori anche solo un altro,ultimo uso, spesso quello necessario per risolvere un problema, prima della sua inevitabile e inesorabile dipartita. Con rapidità, finito il lavoro e lasciato il cannello e gli occhiali schermati, si girò nello sgabello e fissando il ragazzone che gli si parava di fronte disse: _ Hola Pedro_ giocando sulla parola hola sapendo quanto gli piacesse parlare spagnolo nonostante ormai le radici della famiglia non avessere più nemmeno lontanamente legami con il passato_ hai bisogno?_
Lo sguardo del ragazzo si aprì in mezzo sorriso emozionato e senza aggiungere altro tirò fuori dalla tasca del pesante soprabito di cuoio un'oggetto metallico, cromato, dall'aspetto e dalla fattura vagamente retrò. Quasi come un bambino con in mano un preziosissimo tesoro, trepidante, lo porse all'amico tecnico, e attendendo una risposta lo fissò in trepida attesa.
Pedro era così, alternava momenti di estrema lucidità con ragionamenti arguti e spesso sorprendenti a momenti di ingenuità disarmante.
Disturbo parossistico dell'umore bipolare associato ad iperattività neuronale di Eiseman. Era questa la diagnosi. Per questo nonostante la fervida intelligenza non riusciva a concentrarsi su nulla di particolare. Alternava iperattività a momenti di scarso interesse verso l'ambiente circostante, come distratto o estranito era facile vederlo fissare il vuoto quasi assente. Questo lo rendeva qualche volta inquietante, queste uscite gli aveva valso il soprannome di loco, pazzo. Certo si sarebbe potuto curare, impianti neuronali, tecnochirurgia. Tutte cose costose per dei pionieri ex operai, o meglio schiavi corporativi. Suo padre dovette spesso far valere la ragione che il suo ragazzo non era pericoloso. Certo aveva una sorprendente dote naturale verso le armi, e questo non aiutò nel convincere il capo comunità della sua innocuità, ma in tutti questi anni mai aveva causato problemi gravi e quindi era stato accettato dalla comunità, nonostante le frequenti intemperanze e bizzarri comportamenti.
Il giovane tecnico prese nelle mani l'oggetto misterioso, rigirandolo con una perizia da gioiellere, alternando alla valutazione dell'oggetto dei sommessi "uhm" e mugognii che rendevano l'attesa del verdetto sempre più interessante.
Poteva sembrare ad una prima occhiata un orologio, come quelli d'antiquariato, da taschino che si approno. L'ora data da pittoresche lancette e numeri scritti in un quadrante non digitale. Ma in realtà l'oggetto era una piccola ma precisa bussola, con il suo nord, con i suoi gradi e le sue lancette.
_E' una bussola, Pedro_
Il ragazzone tramuto il viso in una smorfia di sorpresa e di incertezza, grattandosi la testa folta di capelli castano-rossicci mossi e arruffatti. L'amico tecnico vedendo la perplessità del ragazzo si affretto ad aggiungere con un sorriso bonario_ Dai, come un GPS soltanto che invece di essere elettronico si basa su un meccanismo di elettromagnetismo che tramite una calam..._ si interruppe vedendo che stava creando nella testa dell'amico piùconfusione di quanta se ne potesse trovare in questa officina. L'entropia si crea ma non si distrugge,pensò tra se e se. POi riconsegnando l'oggetto all'amico ormai perso in ragionamente nebulosi aggiunse _Ti faccio vedere stasera al casello come si usa, è più facile vederlo che spiegarlo_
Pedro annuì con un sorriso all'amico e si allontano agitando la mano sguiatamente mentre il giovane tecnico scuotendo la testa attese il sonoro sbam della porta sui cardini che si chiudeva.

Edited by Will Dewey - 30/4/2011, 18:51
 
Top
0 replies since 30/4/2011, 15:59   75 views
  Share